C’è un filo che unisce le nazioni del mondo nonostante le differenze linguistiche e culturali: il cibo.
La necessità e il piacere che sono racchiusi nella semplice azione della preparazione e nel successivo consumo di un pasto sono comuni a persone lontanissime per geografia e costumi: l’importanza data alle materie prime, l’attenzione a come usare quelle del proprio territorio nel modo più “produttivo” possibile, insieme al modo più intelligente di conservarle nel tempo, accompagnano la razza umana fin dalla sua prima comparsa sulla Terra.
A cambiare sono state solo le tecnologie usate per produrre e preservare gli alimenti, ma nonostante quelle ci sono pietanze che sono parte del nostro comune bagaglio cultural-sociale e che non ci abbandonano nonostante l’evoluzione della specie. Moltissimi non si interrogano sul motivo per cui un certo piatto abbia determinati ingredienti e non altri, oppure come mai sia cotto in un certo modo: il motivo lo scopriremo insieme su questo sito.
Perché lo street food?
Chi siamo è presto detto: un gruppo di appassionati foodie dalla penisola sorrentina. La nostra passione è nata vicino casa, concentrati come eravamo ad assaggiare tutte le leccornie della Campania Felix, come la chiamavano gli antichi Romani. Presto ci siamo resi conto che sarebbe stato possibile creare un progetto di educazione e divulgazione declinato sul solo street food e, riflessione successiva, che avremmo potuto allargarlo a tutta Italia, con puntate “internazionali”.
Proprio da quella riflessione secondaria è nato questo articolo di approfondimento: paese che vai, street food che trovi.
Questi “cibi da passeggio” hanno ingredienti diversi, sapori unici, ma hanno un comune denominatore. Infatti, in epoche lontane dove non si poteva contare su refrigerazione e altri metodi di conservazione più moderni, questi “bocconi” erano pensati per essere preparati velocemente e condivisi facilmente. Potevano essere portati con sé o mangiati subito, adatti a essere “addentati” da grandi, piccini e anziani (ci avete fatto caso? Lo street food è quasi sempre morbido, al massimo friabile!). E ancora, sono quasi sempre fritti o al forno: millenni e secoli fa, la maniera più semplice di evitare contaminazioni e, di conseguenza, intossicazioni.
Creatività tutta da mordere
Una maniera geniale, dunque, di preparare da mangiare, in un mondo tutto sommato non troppo diverso da quello di adesso. Se ci pensate, oggi abbiamo pendolari e professionisti impegnati, un tempo mercanti e viandanti, pellegrini e soldati che dovevano percorrere tratti di strada lunghi e non avevano tempo di fermarsi troppo a lungo per riposare e mangiare.
Lo street food di oggi ha una storia lunghissima alle spalle che vogliamo condividere con voi. Questo bagaglio condiviso è per noi una forma di orgoglio, e speriamo che lo diventi anche per voi che ci leggete: nonostante ricette diverse e variazioni sul tema, queste deliziose leccornie sono il trionfo dell’ingegno umano – senza distinzioni di razza, colore, religione.