Lo street food che fa bene alla salute

Spesso capita di associare lo street food al senso di colpa, quello che emerge ogni volta che mangiamo qualche leccornia da passeggio che è fritta, molto condita, carica di condimenti o ingredienti elaborati e calorici.

È vero e non si può girarci attorno: la maggior parte dello street food ha queste caratteristiche (anche se non c’è nulla di male nel concedersi una coccola alimentare di quando in quando!).

È anche appurato, però, che non tutto lo street food fa male alla salute. Basta guardare alle raccomandazioni dei medici dopo un intervento chirurgico, per esempio come quelli proposti dal team di Motiva, che si occupa da anni di chirurgia estetica ai massimi livelli.

Cosa mangiare dopo un intervento chirurgico

Qualunque medico che si rispetti metterà l’accento su un’alimentazione nella quale si privilegi l’assunzione di proteine, in modo da dare all’organismo i “mattoncini” per ricostruirsi. Allo stesso tempo, moltissima importanza verrà data a quei cibi che svolgono una funzione antinfiammatoria, ed è qui che entra in gioco il ricorso allo street food. O, quantomeno, ad alcuni tipi di esso.

Le proprietà dello street food indiano

Abbiamo già parlato di street food etnico, ma ci sono alcune zone del mondo nello specifico che ricorrono a ingredienti molto utili per riprendersi dai postumi di un intervento chirurgico.

La cucina indiana, compresa quella da strada, fa ampio uso di curcuma, zenzero e curry: è provato che queste spezie hanno proprietà antisettiche e antinfiammatorie, e contribuiscono a tenere a bada il senso di gonfiore normalmente associato al decorso post-operatorio. Quest’ultima è una caratteristica dello zenzero, nello specifico.

La curcuma, poi, aiuta a regolare il metabolismo e a perdere il senso di appetito continuo che può accompagnare i giorni di convalescenza, quando è più facile oziare a casa ed essere tentati di aprire continuamente il frigorifero.

Il curry è onnipresente nella cucina indiana, da quello meno piccante a quello dai sapori più intensi, a seconda della quantità di peperoncino aggiunto al piatto: noi consigliamo di iniziare dalle deliziose samosa, una sorta di bocconcino di verdure avvolto in una pasta sfoglia croccante, oppure le pakora, frittelline di ceci o altre verdure come le carote.

I vantaggi del mangiare thailandese

Anche lo street food thailandese sfrutta il curry e lo zenzero per le proprie preparazioni: come per quello indiano, è da secoli che questi ingredienti hanno trovato spazio fra i fornelli di quelle nazioni.

Ciò è accaduto sia per i frequenti scambi commerciali fra subcontinente indiano e sud-est asiatico, sia per motivi di praticità: zenzero e curry aiutano a prolungare la vita di certe preparazioni, che non si guastano così in fretta e rimangono ottime anche senza bisogno di ricorrere alla conservazione in frigo.

La zuppa Tom Yam Gung è uno dei piatti nazionali thai e unisce gamberi e verdura, con aggiunta di zenzero, menta e altre spezie: è rinfrescante ma saziante, e può risolvere l’alimentazione in convalescenza. Stesso vantaggio dell’immancabile curry di gamberi o gamberoni, che può essere preparato scegliendo fra curry rosso o verde a seconda della propria tolleranza per i cibi piccanti: depura ed è gustoso, e in Thailandia lo si mangia anche passeggiando.